27/11/2012 Maria Brutti 7583
Gli studi più recenti sulle origini cristiane indicano il periodo che va dal I al III secolo sotto il nome di “Judaism-Christianity” (Ebraismo-Cristianesimo). Secondo alcuni studiosi, bisognerebbe oggi abbandonare una visione monolitica della Chiesa antica, come quella ad esempio che troviamo in Eusebio, o anche l’idea di comunità e di chiese come eretiche.
Soprattutto dopo la scoperta dei Rotoli di Qumran e dei testi di Nag-Hammadi, alcuni studiosi ritengono che sia necessario oggi parlare oggi non tanto di Storia del Cristianesimo, ma di Storia dei Cristianesimi, così come ci deve essere un altro approccio verso lo studio dell’Ebraismo, inteso non solo come la storia del movimento rabbinico, ma anche la storia di differenti forme di Ebraismo.
I primi tre secoli dunque costituirono un periodo antecedente alla separazione completa di Ebraismo e Cristianesimo; i cristiani che venivano dall’ebraismo continuavano, ad esempio, come possiamo vedere dal Libro degli Atti, a frequentare la sinagoga, a praticare la circoncisione e a osservare gli obblighi alimentari. Tuttavia nello stesso Libro degli Atti sono presenti delle tensioni che mettono in evidenza già una distinzione e talvolta anche una opposizione. Con i Concili e la definizione delle eresie cristologiche si venne a creare una separazione definitiva e una designazione delle due religioni come entità separate.
Studi, recensioni, "pillole"...
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