01/04/2013 Ombretta Pisano 7640
In Iraq per la prima volta dagli anni ’80, archeologi britannici scoprono le rovine di un enorme palazzo o di un tempio vicino all’antica città di Ur.Ur, l’ultima capitale dell’impero Sumero e città di origine di Abramo secondo la tradizione biblica (Gen 11,31), cadde in rovina all’incirca nel 2000 a.C. prima di essere nuovamente ricostruita. La città venne dedicata alla divinità della Luna, Nanna, ed è celebre per la sua Ziqqurat alta 21 metri
Le nuove rovine sono state scoperte - per la prima volta dopo gli scavi condotti negli anni ’30 - grazie all’esame delle immagini satellitari, che hanno rilevato la struttura sepolta di un complesso monumentale con numerosi locali posti intorno ad un grande cortile, risalenti a circa 4000 anni fa.
Le dimensioni sono “mozzafiato”, così le ha definite la responsabile della spedizione, Jane Moon dell’Università di Manchester. Le mura misurano circa 9 piedi (2,75 metri circa) di spessore e indicano la grande importanza o comunque la ricchezza della costruzione.
La scoperta rivela la sua importanza ancor più per il fatto di essere localizzata a meno di 10 miglia dalla città di Ur, sulle rive del fiume Eufrate.
Metodi moderni
Lo scavo principale di Ur avvenne grazie a Sir Charles Leonard Woolley nel decennio del 1920-30. I ritrovamenti comprendevano anche un ricchissimo tesoro, rivaleggiante per ricchezza con quello del faraone Tutankhamun: 16 membri della famiglia reali sepolti con i loro gioielli e altri artefatti preziosi. Negli anni Trenta questi tesori vennero divisi tra il British Museum di Londra e l’Università di Pennsylvania.
A partire dagli anni Cinquanta l’area venne interdetta per il resto del secolo. Sir Woolley scoprì una gran quantità di rovine, difficili, però, da datare perché restaurate più volte nel corso della storia. Né fu in grado di stabilire a cosa esattamente venivano adibite. L’idea di fondo che ha guidato la professoressa Moon sta nella possibilità che i nuovi strumenti di scavo e di ricerca acquisiti possano finalmente rivelare qualcosa di più.
Nuove opportunità di conoscenza
Esaminare al microscopio sottili fette di suolo indurito da resine, oggi può gettare luce su dettagli come la collocazione di tappeti sul pavimento, o se una superficie era usata per il taglio. Esempi di terra passati attraverso una macchina per setacciatura ad umido forniscono informazioni sul clima e sull’agricoltura grazie alla separazione di frammenti ossei di roditori e lucertole, e così dare un’idea dell’antica economia e di tutto ciò che non poteva essere investigato all’epoca dei primi scavi.
La professoressa Moon, coadiuvata nel progetto da altri 6 archeologici britannici, uno iracheno e due allievi, anch’essi iracheni, ritiene che la conoscenza delle antichità sia altrettanto importante quanto gli oggetti ritrovati. Per rendere accessibili a tutti queste conoscenze, ogni informazione è stata archiviata elettronicamente: “Vogliamo rendere tutto questo di dominio pubblico e dare informazioni a chiunque le voglia. Non abbiamo ragioni per tenerci stretto tutto questo ed abbiamo i mezzi per diffonderlo, cosa che stiamo appunto facendo”.
(Originale da Jane Arraf - The Christian Science Monitor– 27 marzo 2013)
http://www.csmonitor.com/World/Middle-East/2013/0327/Ancient-Iraq-yields-fresh-finds-for-returning-archaeologists
Studi, recensioni, "pillole"...
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