23/05/2013 Ombretta Pisano 7583
L'esperienza della prossimità di Dio veicolata dal termine Shekinah assume diverse sfumature anche apparentemente contraddittorie, a riprova di quella coscienza -che accompagna inscindibilimente l'esperienza della vicinanza -della più radicale differenza tra la divinità e la sua creatura, tra il Dio d'Israele ed il suo popolo. In questo elaborato ci chiediamo quali eventuali punti di contatto esistano e in cosa le tradizioni rabbiniche e quella cristiana espressa nell' Apocalisse si discostino l'una dall'altra nella descrizione dell'esperienza di un rapporto con Dio pensato e sognato nella sua dimensione più intima.
[Articolo apparso su: Apokalypsis. Percorsi nell'Apocalisse in onore di Ugo Vanni (a cura di Elena Bosetti e Angelo Colacrai; presentazione di Carlo M. Martini), Assisi 2005]
Studi, recensioni, "pillole"...
Ultime novità nel sito
- 19/04/2020: Articolo - L’enigma della Maddalena
- 23/02/2020: Articolo - Il locus amoenus nelle catacombe ebraiche e cristiane di Roma
- 16/02/2020: Articolo - Il profetismo nel Vicino Oriente antico
- 13/02/2020: Articolo - I Profeti della Cappella Sistina
- 09/02/2020: Articolo - Gerusalemme e la Terra Santa di Israele