News: Iscrizione risalente a 2700 anni fa ritrovata nell’area della Città di Davide

05/09/2013     Ombretta Pisano     7582

Durante gli scavi condotti dalla Israel Antiquities Authority nell’area della sorgente del Gihon nella Città di Davide, a Gerusalemme, sono stati rinvenuti numerosi manufatti, tra cui frammenti di ceramica, lampade e statuine. La scoperta più intrigante riguarda una ciotola in ceramica con un’iscrizione in paleo ebraico. L’iscrizione, incompleta, riporta il nome di una figura del VII secolo a. C. che somiglia ad altri nomi conosciuti in ambito biblico ed archeologico  riconducibili alla fine del periodo del Primo Tempio.

Secondo quanto risulta dall'analisi dell'iscrizione, che è in scrittura paleolebraica, la prima lettera sembra essere un resh. Le tre lettere seguenti, yod,he e waw, costituiscono un suffisso teoforico (come ad esempio nel nome Eli-yahu). Queste lettere sono seguite da bet e nun ("ben", figlio di) dopo le quali appare il patronimico composto da tre lettere: bnh. Secondo gli archeologi, se si ipotizza una scrittura difettiva e non vocalizzata, il nome potrebbe essere quello di Benaiah, per cui l'intera iscrizione leggibile sarebbe "ryhw ben ... Benaiah". Il nome più somigliante a quello riportato nell’iscrizione è Zaccaria figlio di Benaiah, padre del profeta Jahaziel. Questo nome appare in 2Cr 20,14 ov’è detto che Jahaziel figlio di Zaccaria, figlio di Benaiah, un levita dei figli di Asaf, esercitava la profezia per il re Giosafat, prima della guerra di Israele contro Ammon e Moab.

Gli archeologi della IAA, Joe Uziel e Nahshon Zanton, che hanno rinvenuto la ciotola, hanno spiegato che le lettere scritte sul coccio risalgono probabilmente all'8°-7° secolo a.e.c. e che la ciotola è stata prodotta nell’arco di tempo compreso tra il regno di Ezechia e la distruzione di Gerusalemme che ha avuto luogo nel regno di Sedecia. Gli archeologi hanno inoltre spiegato che l'iscrizione, che ornava il bordo intero della ciotola, è stata collocata prima del suo danneggiamento. Il suo scopo non è ancora chiaro, ma la ciotola poteva contenere un'offerta, fatta forse dall'individuo il cui nome è riportato, o data a lui.

Molti nomi nella Bibbia contengono il componente teoforico "iahu" e si ritrovano anche su altri supporti, come sigilli, oggetti ceramici e incisi sulla roccia. Di particolare interesse risulta il fatto che nomi così composti sono stati ritrovati anche in altri scavi condotti sempre nella Città di Davide, come Gemar-yahu figlio di Shaphan, Bena-yahu figlio di Hoshayahu, ecc. tra i resti delle rovine della distruzione babilonese.

(Foto di Clara Amit - IAA)