Discorso di Sua Santità Benedetto XVI alla Delegazione dell’International Jewish Committee on Interreligious Consultations

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Benedetto XVI, Papa (Ratzinger, Joseph) 1927-

Città del Vaticano       09/06/2005

Distinti ospiti,
Cari amici,

sono lieto di accogliere in Vaticano la Delegazione dell'International Jewish Committee on Interreligious Consultations.

Il nostro incontro si svolge durante questo anno che segna il quarantesimo anniversario della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra aetate, il cui insegnamento ha costituito, da allora, la base del rapporto della Chiesa con il popolo ebraico. Il Concilio ha affermato il convincimento della Chiesa che, nel mistero dell'elezione divina, gli inizi della sua fede debbano trovarsi già in Abramo, Mosè e i Profeti. Partendo da questo patrimonio spirituale e dall'insegnamento del Vangelo, ha esortato a una maggiore comprensione e stima reciproche fra cristiani ed ebrei e ha deplorato tutte le manifestazioni di odio, di persecuzione e di antisemitismo (cfr Nostra aetate, n. 4). All'inizio del mio Pontificato desidero assicurarvi del fatto che la Chiesa resta fermamente impegnata, nella sua catechesi e in ogni aspetto della sua vita, a realizzare questo insegnamento decisivo.

Negli anni successivi al Concilio, i miei predecessori Papa Paolo VI e, in particolare, Papa Giovanni Paolo II hanno compiuto passi significativi per migliorare i rapporti con il popolo ebraico. È mia intenzione continuare su questa via. La storia dei rapporti fra le nostre due comunità è stata complessa e spesso dolorosa, ma sono convinto che il "patrimonio spirituale" accumulato da cristiani ed ebrei sia di per sé la fonte della sapienza e dell'ispirazione in grado di guidarci verso un "futuro pieno di speranza" (cfr Ger 29, 11). Al contempo, il ricordo del passato resta per entrambe le comunità un imperativo morale e una fonte di purificazione nei nostri sforzi per pregare e operare per la riconciliazione, la giustizia, il rispetto per la dignità umana e per quella pace che è definitivamente il dono del Signore stesso. Per sua stessa natura questo imperativo deve includere una riflessione permanente sulle profonde questioni storiche, morali e teologiche sollevate dall'esperienza della Shoá.

Negli ultimi trentacinque anni lo International Jewish Committee on Interreligious Consultations ha incontrato diciotto volte delegazioni della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, come nell'incontro di Buenos Aires del luglio 2004 sul tema "Giustizia e carità".

Rendo grazie al Signore per i progressi di questi anni e vi incoraggio a perseverare nel vostro importante compito gettando le fondamenta di un dialogo costante ed edificando un mondo riconciliato, un mondo sempre più in armonia con la volontà del Creatore. Su di voi e sui vostri cari invoco di tutto cuore le benedizioni divine di sapienza, forza e pace.

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Inserito 01/01/1970