Gruppo di Studio Cristiano sulle Relazioni Ebraico-Cristiane
Stati Uniti d'America 01/09/2001
IntroduzioneFin dalla sua nascita (1969), il Gruppo di Studio Cristiano ha continuamente cercato di sviluppare delle teologie cristiane sempre più adeguate circa la relazione con il Giudaismo e con il popolo Ebraico. Perseguendo questo intento per oltre tre decadi grazie a varie sponsorizzazioni, alcuni membri della nostra associazione, biblisti, storici e teologi, tanto protestanti che cattolici, hanno pubblicato molti volumi riguardanti le relazioni ebraico-cristiane.
Il nostro lavoro ha un contesto storico. Per gran parte dei passati duemila anni di storia, i Cristiani hanno erroneamente tratteggiato gli Ebrei come degli infedeli, ritenendoli collettivamente responsabili della morte di Gesù e, di conseguenza, maledetti da Dio. Conformemente a molte dichiarazioni ufficiali Cristiane, noi rifiutiamo quest’accusa in quanto storicamente falsa e teologicamente invalida. Essa implica che Dio stesso può essere infedele all’alleanza eterna con il popolo Ebraico. Riconosciamo con vergogna la sofferenza che la suddetta descrizione ha arrecato al popolo Ebraico. Ci pentiamo di questo insegnamento del disprezzo. Il nostro pentimento ci interpella a contribuire all’edificazione di un nuovo insegnamento del rispetto. Questo obiettivo è importante, sempre, ma nell’attuale crisi del Medio Oriente e innanzi al risveglio mondiale dell’antisemitismo, diviene particolarmente urgente.
Noi crediamo che una revisione dell’insegnamento Cristiano in relazione al Giudaismo e al popolo Ebraico sia oggi un’obbligazione centrale e indispensabile della teologia. E’ essenziale che il Cristianesimo comprenda e descriva il Giudaismo in modo accurato non soltanto per una questione di giustizia nei confronti del popolo Ebraico, ma anche per un’integrità della fede cristiana che non possiamo confessare senza riferimento alcuno al Giudaismo. Inoltre, dal momento che esiste un legame unico tra il Cristianesimo e il Giudaismo, rivitalizzare il nostro apprezzamento per la vita religiosa ebraica approfondirà la nostra fede Cristiana. Sosteniamo queste convinzioni sulla base dell’attuale ricerca e sulla base di dichiarazioni ufficiali di varie denominazioni Cristiane di questi ultimi cinquant’anni.
Siamo grati per l’impegno volenteroso di molti Ebrei ad impegnarsi nel dialogo e nello studio insieme a noi. L’abbiamo accolta con gioia quando, il 10 Settembre 2000, alcuni studiosi Ebrei, sostenuti dall’Istituto di Studi Ebraico-Cristiani di Baltimora, hanno redatto una dichiarazione storica, Dabru Emet: A Jewish Statement on Christians and Christianity. Questo documento, firmato da autorevoli rabbini e studiosi Ebrei, ha invitato gli Ebrei a riesaminare la loro comprensione del Cristianesimo.
Incoraggiati dal lavoro di colleghi Ebrei e Cristiani, noi vogliamo offrire i seguenti dieci punti da sottoporre all’attenzione dei nostri fratelli Cristiani. Incoraggiamo tutti i Cristiani a riflettere sulla loro fede alla luce di questi punti. Per noi, si tratta di un obbligo sacro.
1. L’alleanza di Dio con il popolo Ebraico permane per sempre.
Per secoli i Cristiani hanno preteso che la loro alleanza con Dio aveva sostituito e soppiantato l’alleanza con il popolo Ebraico. Noi ripudiamo questa pretesa. Crediamo che Dio non revochi le sue promesse divine. Affermiamo che l’alleanza di Dio è sia con gli Ebrei che con i Cristiani. Tragicamente, la radicata teologia della sostituzione continua a influenzare la fede Cristiana, la liturgia e la prassi, malgrado sia stata ripudiata da molte denominazioni Cristiane e molti Cristiani non l’accettino più. Il nostro riconoscimento della perenne validità del Giudaismo ha implicazioni per tutti gli aspetti della vita Cristiana.
2. Gesù di Nazareth ha vissuto ed è morto come un ebreo fedele.
I Cristiani adorano il Dio d’Israele in e per mezzo di Gesù Cristo. Il supersessionismo, comunque, ha condotto i Cristiani, durante i secoli, a parlare di Gesù come di un avversario del Giudaismo. Questo è storicamente incorretto. La liturgia, l’etica e la prassi ebraiche hanno plasmato la vita e gli insegnamenti di Gesù. Le Scritture del suo popolo lo hanno ispirato ed educato. Oggi la predicazione e l’insegnamento Cristiani devono descrivere la vita terrena di Gesù inserita e impegnata nella progressiva ricerca del popolo Ebraico di vivere l’alleanza con Dio nella vita quotidiana.
3. Le rivalità del passato non devono definire le relazioni ebraico-cristiane di oggi.
Anche se oggi conosciamo il Cristianesimo e il Giudaismo come religioni separate, la chiesa fu un movimento all’interno della comunità Ebraica per varie decadi a seguire il ministero e la risurrezione di Gesù. La distruzione del Tempio di Gerusalemme ad opera delle truppe romane nel 70 del primo secolo causò una crisi al di dentro del popolo Ebraico. Vari gruppi, incluso il Cristianesimo e il Giudaismo Rabbinico antico, si fronteggiarono per la guida della comunità ebraica pretendendo, ciascuno, di essere il vero erede dell’Israele biblico. I Vangeli riflettono questa rivalità nella quale le parti in causa si diressero varie accuse. Le imputazioni Cristiane di ipocrisia e di legalismo danno un’idea distorta del Giudaismo e costituiscono un indegno fondamento per l’autocomprensione Cristiana.
4. Il Giudaismo è una fede viva, arricchita da vari secoli di sviluppo.
Molti Cristiani equiparano erroneamente il Giudaismo con l’Israele biblico. Il Giudaismo, comunque, come il Cristianesimo, sviluppò nuove forme di fede e di prassi nei secoli che seguirono la distruzione del Tempio. La tradizione Rabbinica diede una rinnovata enfasi e comprensione alle pratiche esistenti, come per esempio la preghiera comunitaria, lo studio della Torah e le opere di misericordia. In questo modo il popolo Ebraico fu in grado di vivere l’alleanza senza il Tempio. Nel tempo gli Ebrei svilupparono un vasto corpus di letteratura interpretativa che continua ad arricchire la vita, la fede e l’autocomprensione ebraiche. I Cristiani non possono pienamente comprendere il Giudaismo a prescindere dai suoi sviluppi post-biblici, che possono anche arricchire e irrobustire la fede Cristiana.
5. La Bibbia unisce e separa Ebrei e Cristiani.
Oggi alcuni Ebrei e Cristiani, nel processo di uno studio congiunto della Bibbia, stanno scoprendo nuovi modi di lettura che consentono un più profondo apprezzamento di entrambe le tradizioni. Mentre le due comunità derivano dai medesimi testi biblici dell’Israele antico, esse hanno anche sviluppato tradizioni interpretative diverse. I Cristiani leggono questi testi attraverso il prisma del Nuovo Testamento, mentre gli Ebrei comprendono queste Scritture attraverso le tradizioni dei commentari rabbinici.
Il riferimento alla prima parte della Bibbia Cristiana come “Antico Testamento” può erroneamente suggerire che quei testi sono obsoleti. Espressioni alternative -Bibbia Ebraica, Primo Testamento, Testamento Comune- anche se sempre problematiche, possono meglio esprimere il rinnovato apprezzamento della vitalità di queste Scritture sia per gli Ebrei che per i Cristiani.
6. L’affermazione della perennità dell’alleanza di Dio con il popolo Ebraico ha delle conseguenze per la comprensione cristiana della salvezza.
I Cristiani incontrano il potere salvifico di Dio nella persona di Gesù Cristo e credono che in lui, esso sia disponibile a tutti gli uomini. I Cristiani hanno pertanto insegnato, per secoli, che la salvezza è possibile soltanto attraverso Gesù Cristo. Grazie alla loro recente consapevolezza che l’alleanza di Dio con il popolo Ebraico è eterna, i Cristiani possono ora riconoscere all’opera nella tradizione Ebraica il potere redentivo di Dio. Se gli Ebrei, che non condividono la nostra fede nel Cristo, sono in un’alleanza salvifica con Dio, allora i Cristiani necessitano di nuovi modi di comprendere il significato universale del Cristo.
7. I Cristiani non dovrebbero aver di mira la conversione degli Ebrei.
La nostra convinzione che gli Ebrei permangono in un’alleanza eterna con Dio, ci porta a rinunciare agli sforzi missionari volti alla conversione degli Ebrei. Nello stesso tempo, noi accogliamo positivamente le opportunità, tanto per gli Ebrei che per i Cristiani, di dare testimonianza delle loro rispettive esperienze delle vie salvifiche di Dio. Non si può pretendere di possedere interamente o esclusivamente la conoscenza di Dio.
8. Il culto Cristiano che insegni il disprezzo per il Giudaismo disonora Dio.
Il Nuovo Testamento contiene passaggi che di frequente hanno generato delle attitudini negative nei confronti degli Ebrei e del Giudaismo. L’utilizzo di questi testi nel culto incrementano la probabilità di ostilità verso gli Ebrei. Pure una certa teologia cristiana anti-giudaica ha plasmato modalità cultuali che denigrano il Giudaismo e incentivano il disprezzo per gli Ebrei. E’ urgente che le autorità della chiesa esamino le letture bibliche, le preghiere, la struttura dei lezionari, i sermoni e gli inni al fine di rimuovere immagini distorte del Giudaismo. Una vita liturgica Cristiana riformata esprimerebbe una nuova relazione con gli Ebrei e, di conseguenza, onorerebbe Dio.
9. Noi affermiamo l’importanza della terra d’Israele per la vita del popolo Ebraico.
La terra d’Israele ha sempre avuto un significato centrale per il popolo Ebraico. Eppure la teologia Cristiana ha sostenuto che gli Ebrei avrebbero condannato se stessi alla dispersione a causa del rifiuto del Messia di Dio. Un tale supersessionismo ha precluso qualsiasi possibilità di comprensione Cristiana dell’attaccamento Ebraico alla terra d’Israele. I teologi cristiani non possono più evitare questa cruciale tematica, specialmente alla luce del persistente e complesso conflitto su quella terra. Riconoscendo che tanto il popolo Palestinese che il popolo Ebraico hanno il diritto di vivere in pace e in sicurezza in una terra che sia la loro, noi facciamo un appello affinché vi siano tentativi che possano contribuire ad una giusta pace tra tutte le popolazioni di quella regione.
10. I Cristiani dovrebbero lavore con gli Ebrei per il miglioramento del mondo.
Per circa un secolo, Ebrei e Cristiani, negli Stati Uniti, hanno lavorato congiuntamente su importanti questioni sociali, come per esempio i diritti dei lavoratori e i diritti civili. Mentre si intensificano il terrorismo e la violenza, noi dobbiamo rafforzare i nostri sforzi comuni nel perseguimento della giustizia e della pace alle quali ci richiamano tanto i profeti d’Israele che Gesù. Questi sforzi comuni di Ebrei e Cristiani offrono un paradigma di solidarietà umana e indicano anche modelli di collaborazione con uomini di altre tradizioni di fede.
Il presente documento P stato firmato dai seguenti membri del Gruppo di Studio Cristiano sulle relazioni ebraico-cristiane
Dr. Norman Beck
Poehlmann Professor of Biblical Theology and Classical Languages
Texas Lutheran University
Seguin, Texas Dr. Mary C. Boys, SNJM
Skinner & McAlpin Professor of Practical Theology
Union Theological Seminary
New York City, New York Dr. Rosann Catalano
Roman Catholic Staff Scholar
Institute for Christian & Jewish Studies
Baltimore, Maryland
Dr. Philip A. Cunningham
Executive Director
Center for Christian-Jewish Learning
Boston College
Chestnut Hill, Massachusetts Dr. Celia Deutsch, NDS
Adj. Assoc. Prof. of Religion
Barnard College/Columbia University
New York City, New York Dr. Alice L. Eckardt
Professor emerita of Religion Studies
Lehigh University
Bethlehem, Pennsylvania
Dr. Eugene J. Fisher
U.S. Conference of Catholic Bishops’ Committee for Ecumenical and Interreligious Relations
Washington, D. C. Dr. Eva Fleischner
Montclair [NJ] State University (emerita)
Claremont, California Dr. Deirdre Good
General Theological Seminary of the Episcopal Church
New York City, New York
Dr. Walter Harrelson
Distinguished Professor emeritus of Hebrew Bible
Vanderbilt University
Nashville, Tennessee Rev. Michael McGarry, CSP
Tantur Ecumenical Institute
Jerusalem Dr. John C. Merkle
Professor of Theology
College of St. Benedict
St. Joseph, Minnesota
Dr. John T. Pawlikowski, OSM
Professor of Social Ethics
Director, Catholic-Jewish Studies Program
Catholic Theological Union
Chicago Dr. Peter A. Pettit
Institute for Christian-Jewish Understanding
Muhlenberg College
Allentown, Pennsylvania Dr. Peter C. Phan
The Warren-Blanding Professor of Religion and Culture
The Catholic University of America Washington, D.C.
Dr. Jean-Pierre Ruiz
Associate Professor and Chair
Dept. of Theology and Religious Studies
St. John's University, New York Dr. Franklin Sherman
Associate for Interfaith Relations
Evangelical Lutheran Church in America
Allentown, Pennsylvania Dr. Joann Spillman
Professor and Chair
Dept. of Theology and Religious Studies
Rockhurst University
Kansas City, Missouri
Dr. John T. Townsend
Visiting Lecturer on Jewish Studies
Harvard Divinity School
Cambridge, Massachusetts Dr. Joseph Tyson
Professor emeritus of Religious Studies
Southern Methodist University
Dallas, Texas Dr. Clark M. Williamson
Indiana Professor of Christian Thought emeritus
Christian Theological Seminary
Indianapolis, Indiana
The institutions above are listed for identification purposes only
---------------------------------------------------------------------Traduzione dallOriginale A Sacred Obligation a cura di Flavio Giglio per il SIDIC-ROMA
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Inserito 01/01/1970
Relazioni Ebraico-Cristiane
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