Tavola Rotonda cristiana dei preti Ortodossi e dei rappresentanti culturali dalla Grecia, Georgia, Italia, Russia e Ucraina
04/24/2007
Ebrei e cristiani sono stati uniti e separati per secoli a causa della relazione con Cristo. San Pietro ha detto: "Il Dio di Abramo, d' Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato davanti a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo" (Atti 3,13). Tuttavia, se le parole dell'Apostolo "voi avete liberato" può essere riferita soltanto alla folla che gridava "Crocifiggilo!", il riferimento al il Dio dei nostri padri (che) ha glorificato il suo servo Gesù riguarda per sempre a tutti gli ebrei e tutti i cristiani. E' eterno quanto l'Alleanza del Sinai. Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Il Dio di Mosè. Davide, Salomone, il Dio di Isaia, Ezechiele e Daniele, il Dio di Giuda il Maccabeo, il Dio di Anna la profetessa e Simone di Cirene, era, è e sempre sarà il Dio di Israele ed il Padre del Signore nostro, Gesù Cristo. L'idea di successione è comunicata in particolar modo dall'anafora della liturgia di Basilio il Grande. Gesù era, è e sarà il vero figlio del popolo ebraico e la vera, sola e più profonda rivelazione che il Padre ci ha dato nello Spirito Santo.Per secoli i legami tra Gesù e il Suo popolo sono rimasti nell'ombra. Nondimeno, la parola "voi avete liberato" è emersa in primo piano ed è divenuta base di un'ideologia, del disprezzo, del rigetto, del ghetto, dell'esclusione, dell'odio, dei pogrom e infine dell'Olocausto… Proponiamo di riflettere sul perché le grida di rabbia del popolo che non sapeva ciò che faceva hanno lasciato un'impronta nella memoria cristiana, mentre la preghiera di perdono del Signore è andata perduta, e perché le parole di San Pietro non sono state ascoltate; "… Pertanto, fratelli, io so che lo avete fatto per ignoranza, come anche i vostri capi. 18 Ma Dio ha così adempiuto ciò che egli aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, ossia che il suo Cristo avrebbe sofferto." (At 3,171-8).
Ciononostante, neanche dopo la morte di sei milioni di persone gli antisemiti hanno sensi di colpa. Al contrario, l'antisemitismo cresce nei paesi Musulmani ed in quelli ex-comunisti. In quanto ideologia totalitaria, l'antisemitismo è l'ossessione spirituale che inventa continuamente nuovi nemici in vecchi abiti. Qualunque forma abbia, è un veleno che contamina l'anima cristiana. E chi, ai giorni nostri, usa la parola 'ebreo' come una maledizione, mente nel dirsi cristiano. Se poi ci spostiamo sulla tragedia dell'Olocausto, siamo chiamati a scoprire qualcosa di reale portata evangelica: a conoscere Cristo che è stato crocifisso con il suo popolo. L'Olocausto è il segno ovvio della natura anti-cristiana della teologia della sostituzione. Deve condurci all'espiazione e alla ricerca di nuove vie, anche teologiche. E' tempo di chiamare l'antisemitismo un grave peccato contro Dio e contro l'uomo.
Cos'è che annebbia la nostra vista?
Noi adoriamo Cristo come vero Dio e vero Uomo. Sappiamo che la Parola Divina rivolta a tutti i popoli ha risuonato per prima nella lingua nativa di Gesù, che leggeva il Testamento che ha formulato la Legge del popolo cui apparteneva. Ma la posizione in favore del rigetto ha così gravemente annebbiato la nostra vista che non abbiamo potuto né esprimere, né avere idea di cose tanto evidenti. Abbiamo dimenticato che Gesù è stato mandato originariamente solo alle pecore perdute della Casa di Israele, che ha guarito e fatto risorgere le persone della sua Casa, che le ha amate e le ha piante come suoi fratelli e sue sorelle. Tale amore permea tutto il Vangelo - non è forse l'espressione della sua vera Umanità che noi adoriamo?
E questa vera Umanità di nostro Signore non può essere dissolta in un'astratta universalità. Cristo, il Dio-Uomo, il Nuovo Adamo, che ha sacrificato se stesso per i peccati del mondo, era ed è anche il Figlio della "Benedetta tra le Donne", ed il Figlio del suo Popolo secondo la carne. Qualunque cosa ci porti a conoscere Cristo così come lui era durante il suo soggiorno terreno, può solo arricchire la nostra fede.
Doni senza pentimento
Le parole di San Paolo: "poiché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili" (Rom 11,29), non hanno raggiunto pienamente i cuori dei cristiani. Sono state rimpiazzate dalla cosiddetta 'teologia della sostituzione', la cui mancanza di giustificazione è stata rivelata nell'Olocausto. Il conflitto tra due Israele non viene dalla Rivelazione e non è inciso per sempre nella coscienza cristiana. Il Nuovo Israele non cancella l'Originale. Per conoscere il mistero della coesistenza dei due Israele dobbiamo cominciare con una preghiera per la riconciliazione.
Dobbiamo riflettere sul fatto che i doni ricevuti dagli ebrei restano ancora fuori dalla realtà della nostra esperienza. La nostra fede dovrebbe aiutarci a capire l'Ebraismo più profondamente. Dobbiamo ammettere che non è ancora stata elaborata una teologia che prenda il posto della 'teologia della sostituzione'. Tuttavia, poniamo le nostre speranze nella cristiana - o meglio, congiunta - preghiera di riconciliazione. La riconciliazione non è un miscuglio teologico, o liturgico, o confessionale, ma porta all'espiazione, al perdono, e all'amore.
La nostra eredità
Nello spirito di questo amore dobbiamo rivedere il nostro patrimonio di inni (specialmente alcuni inni della Settimana della Passione). Dovremmo assicurarci che in questo ambito tutto sia fatto in spirito di carità, la quale : " è magnanima, è benigna la carità, non è invidiosa, la carità non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell' ingiustizia, ma si compiace della verità" (1Cor 13,4-6).
Liberare noi stessi dal veleno
Essere indifferenti alla pubblicazione di letteratura antisemitica nelle rivendite delle comunità ortodosse e delle cattedrali; ignorare e anche incoraggiare questa deplorevole attività - tutto ciò contraddice l'etica cristiana. Ci aspettiamo che questa pratica sia eliminata.
Esperienza martire
I cristiani hanno sopportato una incredibile esperienza di martirio. Nel corso di questa esperienza a volte è stato molto difficile distinguere il vero e proprio martirio per la fede, dalla sofferenza per la passione, cioè dal non morire in nome di Cristo, ma nello spirito di Cristo, nello spirito silenzioso dell' "agnello condotto al macello" (Isa 53,7). Si può non vedere questo Agnello in tutte le vittime ebree dei pogrom e dei genocidi?
Diritto alla terra
Se ci rendiamo veramente conto della secolare sofferenza degli ebrei, dovremmo riconoscere attivamente il loro diritto ad una terra e ad una loro Nazione. Guardando indietro alla loro storia, la comunità cristiana non dovrebbe dimenticare di aver fallito nel garantire sicurezza agli ebrei. Perciò, è dovere di tutti gli uomini di buona volontà, oggi, promuovere pace e sicurezza per lo Stato di Israele. I pellegrini della Terra Santa dovrebbero ricordare che questa Terra si trova nel territorio di uno Stato con una storia che germoglia dalla Bibbia. Non si può non vedere un segno di Dio nel ritorno alla vita di questo Stato diciannove secolo dopo la sua distruzione. Ciò non implica il sostegno a nessun tipo di nazionalismo e indica rispetto per i diritti e la dignità di ogni popolo che risiede in Terra Santa.
Condanna del terrorismo
Una delle condizioni più importanti per il necessario dialogo tra cristiani e musulmani è la domanda di condanna incondizionata per il terrore in tutte le sue forme, da parte di tutti i leaders religiosi musulmani. Dobbiamo mostrare tolleranza zero nei confronti del terrore, dei suoi ispiratori e propugnatori.
Dialogo con l'Ebraismo
Per secoli i teologi ebrei hanno ignorato l'esistenza del Profeta di Galilea. Nella seconda metà del secolo scorso la situazione è alla fine cambiata. Oltre al volgersi dei cristiani verso il patrimonio ebraico, anche gli ebrei hanno mostrato interesse per il patrimonio cristiano, come dimostra la ricerca e le pubblicazioni di studiosi ebrei (Flusser, Klausner, Shuraki, etc.). Certo, per noi Gesù non è solo un personaggio storico, non è meramente un maestro, e neanche solo un profeta. Per noi non vi è Cristo al di fuori dello Spirito Santo che ci ha dona la fede, fuori dalla Santa Trinità, o fuori dalla Resurrezione. Tuttavia, siamo pronti ad accogliere con simpatia tale interesse da parte degli ebrei. In questo senso, particolarmente degna di nota è la dichiarazione Dabru Emet (un punto di vista ebraico sui cristiani ed il Cristianesimo) redatta nel 2000 da rabbini e studiosi ebrei.
Israele e la riconciliazione tra i cristiani
La connessione tra la riconciliazione tra cristiani ed Israele, da una parte, e tra i cristiani stessi dall'altra, diventa sempre più indiscussa. Ciò non significa che dovremmo dimenticare istantaneamente le nostre tradizioni e le discordie secolari; piuttosto, suggerisce che pur rimanendo fedeli alle nostre tradizioni, dovremmo continuamente volgerci al mistero di riconciliazione, nel sentimento vivo e benedetto di Cristo, che sostiene e salva l'umanità.
Chiamiamo i cristiani di buona volontà ad unirsi a noi in questa dichiarazione.
P. Innokenty (Pavlov), PhD, storico e scrittore, RUSSIA
Hieromonch P. Joseph, scrittore, GRECIA
Valery Kajaya, giornalista, RUSSIA
P. Kalenike Kapanadze, geografo GEORGIA
Alexander Nezhny, scrittore, RUSSIA
P. Vladimir Zelinsky, scrittore, ITALIA
Valentin Nikitin, philologist, accademico RAEN, RUSSIA
Bishop Ioann Sviridov, editore, Radio Pubblica della Chiesa Cristiana, RUSSIA
Sergei Serov, storico dell'arte, Accademia di Graphic Design, RUSSIA
P. Shio (Gabrichidze), Superiore del Monastero di San Giorgio di Shavnabad, GEORGIA
Vadim Zalevsky, giurista, UCRAINA
Yulia Nezhnaya (Yermolenko), giornalista, RUSSIA
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Inserito 01/01/1970
Relazioni Ebraico-Cristiane
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