Papa Bergoglio e l’omelia dei ‘Giudei chiusi’: “Necessaria la cautela per prevenire ostilità e incomprensioni”

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Di Segni, Riccardo

Italia       29/04/2013

Nell’omelia di sabato 27 aprile, riportata dai quotidiani Osservatore Romano e Avvenire in data 28 aprile, il Papa ha commentato il brano di Atti 13:44-52 nel quale si racconta il conflitto tra due comunità religiose: quella dei discepoli, e quella dei “Giudei chiusi, perché non tutti i Giudei erano così”. Coloro che non si dimostrarono “chiusi” in realtà furono quelli disponibili ad ascoltare il nuovo messaggio cristiano. E’ chiaro come nella sua omelia il Papa abbia usato e commentato il brano neotestamentario per sollecitare una riflessione attuale e una critica interna al suo mondo. Ma i testi citati portano il segno di una polemica molto viva tra il Giudaismo di allora e il Cristianesimo nascente, e i riferimenti ai “Giudei” chiusi, ostili e calunniosi, se non vengono spiegati bene nella predicazione dei nostri tempi, possono suscitare ostilità e incomprensioni, perché il segnale negativo riferito al mondo giudaico rischia di essere attualizzato da ascoltatori disattenti. Non era certo questa l’intenzione del Papa. Tuttavia la realtà attuale impone ogni necessaria cautela.


Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

(29 aprile 2013)

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Inserito 08/05/2013