Israele, il parlamento esalta Roncalli: «Fu un Giusto»

Israele      13/05/2014      1582

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Poco più di due settimane dopo la canonizzazione di papa Giovanni XXIII, la Knesset, il parlamento di Gerusalemme, ha lanciato oggi un messaggio di amicizia al mondo cristiano: tanto più attuale essendo giunto a due settimane dalla visita di papa Francesco e mentre la comunità cristiana locale è turbata dal moltiplicarsi di atti di vandalismo nei suoi confronti da parte di ultrà ebrei.

In una seduta solenne presieduta dal presidente della Knesset Yuli Edelstein - alla presenza del patriarca vicario mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, del custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa e dell'ambasciatore d'Italia Francesco Maria Talo' - deputati di partiti disparati hanno fatto a gara per esaltare il dialogo fra la Chiesa cristiana ed il popolo ebraico e per denunciare fermamente gli attacchi ai luoghi di culto e ai sacerdoti cristiani.

«Giovanni XXIII va di fatto considerato un Giusto fra le Nazioni», ha esordito il leader laburista Yitzhak Herzog che porta il nome del nonno, il rabbino Yitzhak Halevy Herzog: questi negli anni Quaranta peroro' ed ottenne l'aiuto attivo di Angelo Giuseppe Roncalli per salvare migliaia di ebrei perseguitati dai Nazisti. In quegli anni drammatici fra i due si saldo' una amicizia stretta, ha aggiunto Herzog.

«Mons. Roncalli fungeva da Nunzio ad Istanbul - ha ricordato Herzog - quando cominciarono ad arrivare le prime notizie sulla Shoah. Divenne subito un `incrocio essenziale´ per il salvataggio di migliaia di ebrei per vie traverse, fra la Bulgaria, la Grecia, la Slovacchia e l'entità ceca». Nel 1944, quando la distruzione della comunità ebraica ungherese era imminente, il rabbino Herzog e il futuro papa Giovanni XXIII cercarono di mettere a punto altri piani di emergenza per il loro salvataggio.

«Giovanni XXIII compì allora sforzi enormi», ha proseguito commosso Herzog, per passare poi al suo pontificato, alla enciclica Nostra Aetate, alla «eliminazione dalle preghiere cristiane di termini spregiativi verso gli ebrei», da lui peraltro definiti «fratelli maggiori». «Fu una vera rivoluzione», ha esclamato, fra i consensi degli altri oratori che pure hanno esaltato l'operato di altri pontefici eminenti fra cui Giovanni Paolo II e lo stesso Francesco .

In passato, ha rilevato Edelstein, «fra cristianesimo ed ebraismo ci sono stati fiumi di odio e di dolore» e proprio la visita di papa Francesco rappresenta una ulteriore occasione «per procedere nello spirito di Giovanni XXIII ed istituire canali di dialogo interreligioso». Raccogliendo implicitamente il messaggio di dolore giunto domenica dai leader della Chiesa locale - secondo cui alla radice dei recenti episodi di intolleranza anticristiani sembra esserci una forte carenza nel sistema educativo israeliano - il presidente della commissione parlamentare per l'istruzione Amram Mitzna (ha-Tnua') ha detto di aver chiesto al ministro dell'istruzione Shai Piron che in tutte le scuole sia dedicata, in occasione della visita di papa Bergoglio, un'ora di lezione sul cristianesimo e sulla figura di Giovanni XXIII. Ha anche proposto che particolare attenzione ai luoghi di culto cristiani sia dedicata durante le gite scolastiche e che nelle scuole si organizzi una gara di composizioni su atti di benemerenza compiuti da cristiani verso gli ebrei. «Occorre stimolare la tolleranza ed il rispetto del prossimo», ha concordato con lui Niztan Horowitz (Meretz).

Data l'importanza dell'argomento, il ministro Uzi Landau (Israel Beitenu) ha proposto che la Knesset tenga una seduta plenaria all'indomani della visita di papa Francesco. In seguito la Knesset ha anche reso un commosso omaggio, come tutti gli anni, al genocidio degli armeni.

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